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Niente di serio: ironia e humor nel digital marketing

Nella comunicazione, l’umorismo ha una funzione principalmente emotiva.
Satira e ironia sono il collante per creare un rapporto di immedesimazione, comprensione e fiducia con il pubblico.

Quali sono le pubblicità che ricordi di più? E perchè proprio quella lì ti ha fatto così ridere?

Le sensazioni positive si imprimono nella memoria! 

L’umorismo è un’operazione dell’intelletto, un’attività critica rivolta a suscitare il sorriso che innesca un rilascio di endorfine con effetti benefici sulla mente e sul corpo. Se fai vivere queste sensazioni al tuo pubblico, inizierà ad associare queste good vibes al tuo brand.

La risata è contagiosa, ha il potere di rafforzare la fiducia e aumenta la connessione tra l’interlocutore e il brand. Se il tuo messaggio è abbastanza divertente da attirare l’attenzione di un potenziale cliente nella parte superiore del funnel, il tuo messaggio sarà tanto forte da incoraggiarlo a continuare a interagire con te e fare progressi sulla strada della conversion.

Forse ti si sbloccherà un ricordo, forse sei troppo giovane:

Vietato annoiare: perché l’humor è la strategia vincente?

Negli ultimi anni, il concetto di consumatore si è evoluto a un livello superiore: non più passivo, ma protagonista attivo all’interno del processo di vendita. Per questo motivo i marketer hanno introdotto, nelle strategie digital, nuovi meccanismi volti a coinvolgere maggiormente il pubblico.

Come diceva Winston Churchill: “La gente perdona a un uomo tutto, tranne un discorso noioso”. 

Oltre a essere intrinsecamente noioso, il problema con il contenuto autoreferenziale è che si dimentica facilmente.
Quando ogni marchio è in competizione con migliaia di altri, il contenuto che offri al tuo pubblico deve essere interessante, memorabile e (soprattutto) condivisibile.

Puoi utilizzare il marketing dell’esperienza, il marketing dell’immaginazione o lo storytelling ispiratore che smuove l’utente e lo aiuta a connettersi con il tuo brand in un modo più serio, ma il marketing umoristico ha un tipo speciale di magia. 

Per iniziare è fondamentale definire un tone of voice e costruire lo scenario in cui tutto si illuminerà di spirito comico e divertente. L’umorismo è di fatto esasperazione e paradosso: quando una strategia di comunicazione viene sviluppata, è particolarmente efficace utilizzare l’escamotage della situazione paradossale ed esasperata, in un primo momento senza collegarla al prodotto o al brand. Per favorire la viralità della nostra campagna il collegamento tra marchio e messaggio deve essere molto sottile.

 

Per asciugarti le lacrime (dalle risate):

Se il tuo brand non si presta a un unico tone of voice, o comunque non scegli di puntare a 360° sulla strategia dell’humor marketing, per costruire delle campagne volte a far ridere, una buona soluzione per evitare un flop colossale potrebbe essere quella di affidarsi ai creator, come ha fatto McDonald’s con Frank Matano, che ha raccontato “a modo suo” l’iniziativa speciale: fino al 21 luglio con il McMenu grande e l’aggiunta di 1.60€ riceverai in regalo un telo mare dei Minions. Il comico ha saputo magistralmente rendere divertente, facile da ricordare e condivisibile, qualcosa di “noioso” come una promo di una multinazionale di Fast Food.

Capire il perimetro d’azione (target) e il momento giusto

Il targeting è tutto. La scelta del segmento da raggiungere è una grande decisione strategica, in particolare se vuoi usare l’umorismo nell’advertising. Non dovrai solo decidere quale segmento è redditizio e raggiungibile, ma anche quando dovresti prenderlo di mira.

È sempre meglio stare attenti a dove si cammina per trovare gli argomenti giusti. Il tempismo dell’ironia è tutto. Fare la battuta giusta al momento sbagliato può farti sembrare insensibile e lo shitstorm di commenti negativi è dietro l’angolo ad attendere il passo falso. 

È una buona pratica non essere divertente solo per il gusto di essere divertente. Ogni mossa che fai per portare avanti la tua strategia dev’essere correlata al tuo brand e dovrebbe promuovere il tuo messaggio.

L’umorismo dev’essere coinvolgente, vuole unire le persone, non dividerle, perchè un brand ha delle volte il potere di influenzare fortemente e talvolta alienare i membri del proprio pubblico. Come diceva Spiderman: da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.

 

Sii in grado di scegliere il silenzio:

Social Caring e moderazione community

Il Community Management è una delle leve che investe tempo e risorse in attività a metà tra branding e fidelizzazione; in termini qualitativi ripaga e a medio o lungo termine può portare a dei ritorni positivi, sia per quanto riguarda la propria immagine che sul fronte economico. 

Per essere un buon community manager devi saper parlare con lo stesso tone of voice del tuo brand: in questo caso saperti sbellicare dalle risate insieme ai tuoi fan, rispondere in modo brillante e saperli sorprendere, ancora una volta, aumenterà sempre di più il coinvolgimento. 

Non basta dunque lanciare una campagna attraente e disruptive, bisogna sostenerla e aggiungere valore al proprio messaggio accogliendo e valorizzando il contributo della tua community, che non potrà che innamorarsi sempre di più del tuo brand!

 

“Date una Ferrari al social media manager di Ceres”:

A CURA DI

Alice Cappellini AUTORE
Alice Cappellini AUTORE

Digital Marketing Consultant @ H-FARM Digital Marketing

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