Linguaggio visivo, caption, formati dinamici: ecco come il modo di fare informazione è cambiato per adattarsi (e sfruttare) le regole di Instagram.
I giornali non si vendono più. La carta stampata è in caduta libera. Il rito del quotidiano ogni mattina ha assunto un fascino retrò. A prescindere dalla dose di pathos con cui lo si voglia raccontare, la maggior parte dei nostri connazionali ha abbandonato il piacere di macchiarsi le dita d’inchiostro e ha preferito soddisfare altrove la propria sete di notizie: in televisione, e online. Anzi, secondo il “Digital News Report” del Reuters Institute for the Study of Journalism, pubblicato nel 2020, le fonti online (inclusi i social) hanno sorpassato, seppur di poco, la televisione; parallelamente, si assiste all’ascesa dell’uso dello smartphone tra i dispositivi di accesso alle notizie.
Cambia il modo di informarsi, cambia il modo di fare informazione: la nostra è un’epoca di notizie istantanee che ci piombano addosso da ogni dove, con tutti i rischi del caso – fake news, titoli click-bait, contenuti non verificati. Se su Facebook e Twitter chi fa informazione può limitarsi a condividere articoli esterni, su Instagram le cose cambiano. La piattaforma non offre la possibilità di inserire link diretti. D’altra parte, a utilizzarla sono oltre 29 milioni di italiani, e rinunciarvi sarebbe un peccato.
Instagram rappresenta una sfida piuttosto impegnativa per il giornalismo, sotto più punti di vista: ha un linguaggio prevalentemente visivo, i copy sono brevi (lo sono davvero?), i formati disponibili sembrano fatti apposta per essere fruiti il più velocemente possibile, l’interazione è fondamentale. Stando a queste regole, è possibile fare informazione (bene) sui social? E se sì, come?
Cosa fanno le testate tradizionali
Prendiamone due tra le più famose: Repubblica e il Corriere della Sera. Rispettivamente 1,4MLN e 1MLN di follower. Dando un’occhiata al feed dei profili, notiamo un grande numero di post pubblicati al giorno, di cui la stragrande maggioranza in formato foto – pochi caroselli, pochi video, poche IGTV.
Interessante l’utilizzo delle Storie (comune a tutti i profili in tema), che propongono l’articolo con swipe-up: una sorta di rassegna stampa, in cui l’utente può avere una visione completa e rapida delle notizie disponibili e, se vuole, approfondirle. I post sono finalizzati in primo luogo a promuovere gli articoli, le caption sono estratti degli articoli stessi e di solito si concludono con una call to action: “Leggi l’articolo completo su”, oppure “Sul sito, l’articolo di”.
Se è il caso di fare una riflessione sull’efficacia di utilizzare una piattaforma per veicolare contenuti che, di fatto, invitano l’utente a uscire dalla piattaforma stessa, più in generale resta la sensazione che “il mix dei contenuti pubblicati è complessivamente povero”, come scrive Pier Luca Santoro su Datamediahub. “Frutto di una strategia che definire tale è un eufemismo dato che appare più che altro dettato solamente dal fatto di avere, in qualche modo, una propria presenza”.
Il giornalismo nativo di Instagram
C’è poi chi su Instagram ci nasce e ci vive bene. Primo tra tutti, will_ita, un progetto collettivo che attualmente conta quasi 1MLN di follower. Lo scopo è chiaro, fare informazione in modo appetibile. L’identità visuale è definita ma mai monotona, dalla forte impronta tipografica (con titoli catchy ma chiari), le notizie si prendono tutto lo spazio di cui hanno bisogno per essere raccontate (copy brevi, addio), con il vantaggio che, una volta esauriti i 2.200 caratteri concessi, l’utente ha tutte le informazioni che gli servono e può continuare con il suo scrolling. Fioccano contenuti IGTV, in cui membri della redazione approfondiscono tematiche e notizie; non mancano caroselli con sfondi piatti, copy snelli e caratteri belli grandi, così da comunicare l’essenziale in pochi frame, a prova di pigro. Infine: meme, format per incoraggiare lo scambio con i lettori (molto carino “Will commenta i commenti”), infografiche. will_ita non si fa mancare niente, e infatti è stato premiato con la spunta blu.
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Menzione d’onore anche a Torcha (240k follower), progetto che ha su Instagram “la base principale”, come dichiarato dalla redazione sul sito, ma che di fatto si articola in live su Twitch, podcast su Spotify e newsletter. Tutto a prova di smartphone. Anche qui: visual colorati e spesso tipografici, copy esaustivi, grande uso di tutte le opzioni di formato disponibili, tra IGTV, Guide, Reels e Story.
Giornali online che usano Instagram molto bene
Partiamo con Open, il quotidiano online di Enrico Mentana. 183k follower su Instagram, link in bio pronto all’uso, che però non cade mai nell’ingenuo errore di rimandare al sito per avere una notizia completa – o, almeno, lo fa raramente. Più comune, la caption si chiude con una semplice domanda rivolta alla community: “cosa ne pensate?”. Il linguaggio visivo è prevalentemente fotografico, ma molto pop: colori brillanti e copy d’impatto. Interessanti le proposte di rubriche (una delle ultime, “Queer View” in collaborazione con Quid Media), i video commenti a Sanremo 2021, gli approfondimenti in formato IGTV.
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Con più di 420k follower, Il Post, giornale online fondato nel 2010 e diretto da Luca Sofri, si distingue per la sua estetica minimal e sobria, che ha il grande merito di valorizzare il contenuto. Traspare l’obiettivo del quotidiano, quello di proporre un giornalismo “diverso, attento, accurato, chiaro” (come si legge da una delle newsletter “Le cose da sapere sul Coronavirus in Italia”): insomma, un’informazione di qualità. Poche le IGTV, assenti del tutto Reels e Guide, ma non se ne sente la mancanza. I contenuti sono interessanti per loro natura, e basta un copy per far nascere la voglia di leggere, che sia il carosello “Cosa sta succedendo a Chernobyl” o “Nove grandi quadri che non abbiamo più trovato”.
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Infine, Domani: “un nuovo giornale”, come recita la bio Instagram, diretto da Stefano Feltri. È nato a ottobre dello scorso anno, e conta già 33k follower. Per l’esattezza, è disponibile non solo online, ma anche in edicola. Comunque sia, su Instagram propone uno stile illustrato, delicato e dai colori pastello. Un immaginario da rivista culturale, con contenuti curati nei minimi particolari e un uso sapiente, nonostante la tenera età, di tutti i formati disponibili.
Riviste, femminili e inserti culturali
“Seguici per non perderti quello che ti interessa davvero”, recita la bio del profilo Instagram di Vice Italia. Il feed restituisce quest’idea di interezza, come se tutto quello che un utente può desiderare sia lì – dalla cronaca, alla cultura, all’intrattenimento. Grande rilevanza hanno titoli e copy, con panoramiche settimanali “sulle storie meno raccontate o che potresti aver perso di vista”, curiosità, partnership ben inserite.
Molto simile come strategia, quella di The Vision, una testata online che nasce con lo scopo di “parlare ai millennial”. 140k follower, bio dall’aria misteriosa (che riprende il payoff del sito, “You don’t even know”), feed ordinato e ripetitivo. Le Storie in evidenza sono divise tra tematiche (Covid, Esteri, Cultura, Politica…), i titoli sui visual esauriscono in poche righe tutto ciò che c’è da sapere, e sono spesso provocatori. Insomma, The Vision prende posizione in modo inequivocabile. Per capire se funziona, basta dare un’occhiata alla quantità di commenti sotto ogni post.
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Ampi margini di miglioramento, invece, per gli inserti culturali: l’Espresso, inserto de La Repubblica, così come altri suoi cugini (La lettura, Robinson, 7), non sembra divertirsi poi così tanto a sperimentare, preferendo ricorrere piuttosto alla scelta di utilizzare la caption come spazio per l’articolo, e utilizzando visual riconoscibili soltanto per l’uso del colore rosso del brand.
Al contrario, chi della piattaforma sfrutta ogni potenzialità sono le riviste femminili. Una tra tutte, vanityfairitalia: a IGTV, video e Reels si unisce un uso consapevole di tutte le feature disponibili per stimolare l’ingaggio della community, con sondaggi e quiz nelle Storie, dirette, approfondimenti video. Un feed variopinto e allegro, che in parte si appoggia alla pubblicazione della rivista, in parte ha vita propria. Il profilo ha ormai superato 1MLN di follower e, con le sue 6/7 pubblicazioni quotidiane, ha trovato un modo efficace per rendere la presenza sulla piattaforma il naturale prolungamento delle pagine della rivista.
Fonte Immagini: https://unsplash.com/
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