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Prospettive di Augmented Humanity

Le nuove frontiere del marketing digitale si fondano su una visione convergente tra l’uomo e le nuove tecnologie, dove discipline come intelligenza artificiale e umanità aumentata divengono indispensabili verso un nuovo modo di concepire la persona inserita in un ambiente di marketing più complesso, meno definito rispetto al passato, e mutevole nel medio periodo.

Tecnologie che accelerano il cambiamento

Sicuramente l’ultimo anno e mezzo, la pandemia e il distanziamento sociale hanno portato a un’accelerazione del cambiamento verso una diffusione più o meno consapevole della cultura digitale a 360°, anche per quelle generazioni che prima non ne avevano forse ancora compreso l’enorme potenziale. 

Questo ha portato a un incremento significativo della cultura digitale e dell’uso delle nuove tecnologie in diverse fasce socio-demografiche della popolazione, non solo quindi tra le più junior, come i digital native, i millennials oppure la generazione Z. Uno scenario al tempo stesso che ha fatto percepire alle aziende, con effetti sull’integrazione del loro modello di business, di come sia diventata una leva significativa la cura della dimensione onlife del proprio brand. 

A partire da questo nasce l’esigenza di conoscere in maniera più dettagliata i nuovi fondamenti del digitale, per ricercare quelle che sono le sfide e le opportunità che ogni giorno un’azienda si trova a dover affrontare, per interagire con i propri clienti e stakeholder, che sono più informati, esigenti e pronti a confrontarsi in diversi touchpoint, siano essi reali o virtuali. 

Le tecnologie di Augmented Humanity, in questo senso, arricchiscono il customer journey del cliente, fornendo nuovi punti di contatto e migliorando l’accessibilità all’informazione, proprio perché vengono interpretate come device che estendono e amplificano il corpo umano. Pensiamo per esempio all’uso di un semplice smartwatch, un dispositivo intelligente che colleziona i nostri dati e migliora le nostre esperienze quotidiane, che nell’industry dello sport ha trovato un ampio bacino di utenti. Grazie infatti a un monitoraggio del dato biometrico propone un piano di allenamenti e attività adatti e disegnati su ogni singolo individuo.

Lo sviluppo tecnologico degli oggetti intelligenti di umanità aumentata, che oggi sono indossabili, come nel caso dei visori di Extended Reality, lavora per inserirsi in modo meno invasivo nel corpo umano, cercando di non limitare, ma bensì aumentare le componenti conoscitive, sensoriali, esperienziali e migliorando quindi il modo di vivere, socializzare e acquistare delle persone. 

Foto di  Lux Interaction su Unsplash 

Il futuro dell’umanità aumentata

Spesso immaginiamo il futuro dell’umanità aumentata con l’affermarsi di tecnologie avanzate, dove macchine antropomorfe convivono con l’uomo, come vediamo nel caso dell’androide Sophia di Hanson Robotics, probabilmente con il timore di non poter più riconoscere il confine tra l’umano e l’artificiale e di non poter avere un controllo sul nostro modo di vivere e relazionarci.

 

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L’intelligenza artificiale e gli algoritmi in questo senso governano già il nostro quotidiano, le piattaforme su cui siamo e “viviamo”. Pensiamo per esempio ai dispositivi di voice search e assistenza vocale, che catturano elementi sonori delle nostre conversazioni e propongono suggerimenti e consigli con il fine di rendere più performante la nostra vita, ma non solo. 

Delle macchine e delle tecnologie intelligenti ne riconosciamo il potenziale in termini quantitativi, in quanto sono in grado di elaborare in maniera complessa enormi quantità di dati, ascoltare, calcolare, in tempi sempre più brevi rispetto a quanto sarebbe in grado di fare la mente umana, ma nei termini qualitativi oggi possiamo ancora giocare la vera sfida del marketing digitale e del rapporto dell’uomo con le nuove tecnologie. 

Proprio in un contatto human possiamo esercitare il vantaggio competitivo di un brand, grazie a una dimensione di dialogo e confronto per esempio tra un’azienda e i propri clienti, richiamando a quelle esigenze di rassicurazione e ascolto che spesso la persona ancora oggi ricerca in rete. 

Un orientamento ai dati, affiancato da un orientamento alla persona, sono i due aspetti essenziali su cui poter fondare il proprio asset strategico, per monitorare sì il cambiamento in termini quantitativi, ma al tempo stesso ricordare che ogni azione deve avere un obiettivo legato a un miglioramento qualitativo dell’esperienza della persona. 

Foto di Andy Kelly su Unsplash 

Community Management come leva strategica

La dimensione di un marketing relazionale oggi è una consapevolezza strategica da cogliere, per cercare interazione e dialogo con i propri consumatori e per conoscerli al meglio, dal momento che essi si identificano nei valori dell’impresa, acquistano i prodotti offerti credendo nella value proposition

Il customer relationship management oggi è basato su due aspetti essenziali, l’ascolto della rete, supportato da tool intelligenti di social listening e web listening, e l’interazione con la propria community. 

A.I.-CRM e Community Management permettono oggi di richiamare l’attenzione nella strategia di marketing sul cliente, supportano ai dati quantitativi che gli strumenti di ascolto della rete e A.I. sono in grado di fornire, per realizzare la strategia di marketing con un approccio one-to-one. 

Lavorare in ottica del consumatore è utile per migliorare il proprio vantaggio competitivo, oggi, e in modo più importante nel prossimo futuro, quando le macchine intelligenti svolgeranno con noi e per noi questo lavoro, e dove la competitività sarà maggiore. Richiamare all’interno della propria strategia un aspetto umano, significa portare il brand a dialogare con i propri clienti in una dimensione reale-virtuale e comprendendo i loro nuovi bisogni in nuovi touchpoint di contatto.

Come migliorare il proprio marketing relazionale in ottica di umanità aumentata? 

  1. Inizia da un’attività di social media listening, web listening grazie a tool dedicati che permettono di fornire insight dettagliati sul sentiment delle interazioni; 
  2. Comprendi grazie a un’attività di mapping le principali richieste di una community di utenti e persone per vedere anche in termini di criticità quelle che sono le loro esigenze; 
  3. Conosci le tipologie di richiesta e classificarle in base a un topic di riferimento; 
  4. Interagisci con la community con il giusto tone of voice, rispondi alle loro richieste di contatto nei diversi touchpoint, ricordando di ricercare il valore del contatto human to human nelle conversazioni. 

Nella sinergia tra umano e artificiale va ricercato l’inizio di una nuova era di marketing, in cui saper trovare un equilibrio strategico tra l’innovazione e la relazione umana. 

Come stai creando valore nei diversi touchpoint con i tuoi clienti? Come cambierà la relazione tra un brand e i suoi clienti con le tecnologie di Augmented Humanity? Confrontiamoci insieme.

Immagine copertina di Ben Sweet su Unsplash

A CURA DI

Alessandro Tomelleri
Alessandro Tomelleri

Digital Marketing Consultant @ H-FARM Digital Marketing

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