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Generazione Twitch: quando i brand parlano ai millennials

Ricordate i pomeriggi a guardare lo sport in tv? Bene, i vostri figli ricorderanno quelli passati a guardare gli esports su Twitch.

Cosa è Twitch?

Twitch.tv è una piattaforma di live streaming fondata nel 2011 dedicata al mondo dei videogiochi che ogni giorno attira milioni di ragazzi grazie a ore e ore di intrattenimento gratuito a tema videoludico. Non è infatti un caso che Amazon si sia subito resa conto dell’enorme opportunità, andando ad acquistare la piattaforma nel 2014.

Ma andiamo con ordine:

Cosa offre Twitch

Come appena detto, i protagonisti indiscussi del palcoscenico di Twitch sono i videogame, ma è bene fare un’importante distinzione a livello di contenuto. Esistono due categorie di live streaming che gli utenti fruiscono in piattaforma:

  • casual gaming;
  • esports e tornei.

I primi, ovvero i contenuti più “casual”, sono dirette di giocate portate al pubblico da degli “streamer” (ovvero coloro che giocano in live) e sono spesso momenti di puro intrattenimento, privo di una vera e propria competizione alle spalle.

Esistono principalmente due tipi di streamer: i giocatori professionisti, facenti parte di squadre già affermate, o gli “intrattenitori”, che compensano la mancanza di giocate incredibili con un’ottima inclinazione allo spettacolo e al divertimento.

Come vere e proprie le star della tv, gli streamer di successo sono acclamati dal loro pubblico e sono in grado di muovere masse di spettatori ed influenzare le loro abitudini.

Dall’altra parte troviamo invece tutto il tema del broadcasting degli esports.

Gli esports (letteralmente “electronic sports”) sono la trasposizione di un videogioco in un ambiente competitivo, paragonabile a quello degli sport “tradizionali”. Nel tempo questa struttura è diventata sempre più complessa, passando da una semplice gara per ottenere il miglior punteggio su Pac-Man, ad un vero e proprio ecosistema composto da organizzatori di tornei, publisher di videogiochi, sponsor, giocatori professionisti e soprattutto spettatori. Questo ecosistema nel 2018 ha raggiunto un valore di 900 milioni di dollari, che si stima arriveranno a 1,6 miliardi nel 2021. In tutto questo ambiente, Twitch si è imposto come canale principe su cui seguire tutte le più grandi competizioni videoludiche. Dai Words di League of Legends, al The International di Dota2; dall’E3 al Blizzcon; tutti i grandi eventi che riguardano in qualche modo i videogames, passano per Twitch.

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La grande opportunità per i brand

Questo ecosistema, formato sia da competizione che da puro intrattenimento, nel tempo si è dimostrato perfetto per colpire in maniera pressoché chirurgicauna delle chimere dell’advertising moderno: le generazioni Y e Z; ovverosia tutti i nati dalla fine degli anni ’80, ai primi anni 2000.

Ma chi è esattamente lo spettatore medio di Twitch? Una grande percentuale sono uomini (81,5%), dei quali circa il 55% ha un’età che va dai 18 ai 30 anni (dati Twitch). Se poi consideriamo che gran parte di questi sono fanatici di esports e che (stando a quanto riportato da Newzoo) il 53% ha entrate mensili elevate con una propensione agli acquisti anche su mobile, il gioco è fatto.

Sponsorizzare uno di questi eventi significa quindi riuscire a raggiungere non solo il pubblico che partecipa dal vivo, ma anche le centinaia di migliaia di persone che assistono da casa tramite Twitch. Pensiamo ad esempio a Coca Cola, che nel 2016 ha organizzato diversi viewing party delle finali dei mondiali di League of Legends; o a Mercedes, che dal 2017 ha stretto accordi di partnership con ESL (uno dei più grandi organizzatori di tornei di esports al mondo).

Inoltre, le modalità di promozione sono molteplici: dai break pubblicitari al prodotto sulla scrivania dei caster (commentatori); da codici sconto esclusivi per i gamer, a contenuti divertenti ed ingaggianti, come quello creato da DHL per un torneo di Dota2 che ha attratto un pubblico di circa 100.000 spettatori.

Il gaming online attira ogni anno sempre più appassionati e Twitch si è distinto per la sua capacità di riuscire a raggruppare utenti che non verrebbero altrimenti raggiunti da mezzi di comunicazione più tradizionali. Se consideriamo poi il numero sempre più alto di utenti che utilizza software di adblocking, è facile realizzare come la sponsorizzazione di singoli giocatori o di grandi tornei sia un ottimo metodo per aggirare anche questo ostacolo, affiancando il nome del proprio brand a figure di spicco di un ambiente che è ormai diventato troppo grande per essere ignorato.

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E in Italia?

Anche in Italia si stanno facendo grandi passi avanti: ormai numerose squadre di sport “tradizionali” (A.S. Roma e U.C. Sampdoria, solo per citarne un paio) si sono affacciate al mondo degli esports, ingaggiando giocatori per vestire i propri colori su palchi nazionali ed internazionali. Ogni anno inoltre si moltiplicano gli eventi e le competizioni dedicate al gaming: il più grande di questi eventi è sicuramente la Games Week, la fiera italiana del videogioco che quest’anno ha staccato più di 160 mila biglietti e ospitato circa 150 espositori.

La palla passa ai brand

E’ ormai giunto il momento per i brand di cogliere questa enorme opportunità.

In H-FARM puntiamo sempre all’innovazione, ed è per questo che ci stiamo già mettendo in moto con il lancio di un progetto interamente dedicato ai brand (endemici e non) che decidono di puntare sugli esports. Noi siamo pronti, e voi?